"Ha violato la quarantena imposta dal coronavirus". Il consigliere Marinangeli accusa il sindaco Cuneo che replica: «Non ho nulla da nascondere»
«Presunte violazioni del regime di quarantena da Covid da parte del sindaco». Potrebbe riassumersi così l’oggetto della battaglia politica intrapresa da Marco Marinangeli di Noi Fara. Il consigliere comunale di minoranza, dopo aver presentato richiesta di accesso agli atti presso gli uffici e un esposto alle autorità competenti, ha inoltrato ieri un’interrogazione a risposta scritta direttamente a Roberta Cuneo. La prima cittadina per oltre tre settimane ha vissuto in isolamento perché un familiare è risultato positivo al Covid-19.

Quando il caso sembrava chiuso, Marinangeli ha riacceso i riflettori sulla vicenda.
L'accusa. «Un cittadino – dice Marinangeli - nei giorni scorsi ci ha contattati per raccontarci, dati alla mano, presunte gravi violazioni sul rispetto della quarantena da parte della sindaca. Abbiamo fatto verifiche e inoltrato richiesta scritta di accesso agli atti alla Polizia locale, avvisandone anche il segretario comunale, per poter consultare gli elenchi di quarantenati e positivi, oscurati di tutti i dati dei cittadini che non siano la sindaca e il familiare, ma la richiesta ci è stata verbalmente negata più volte. Come la legge impone – prosegue Marinangeli - di fronte a possibili reati abbiamo denunciato tutto alle autorità competenti, e se il diniego continuasse, saremo costretti ad agire anche nei confronti del segretario comunale». Nell’interrogazione Marinangeli pone una serie di quesiti a Cuneo sia sulle procedure attivate per la gestione di tutti i positivi di Fara sia specifici sulle date della quarantena del sindaco e del familiare, convinto che «giurisprudenza e regolamenti europei in tema di privacy hanno dimostrato che in tali casi la predominanza dell’interesse collettivo e il fatto di aver pubblicamente dichiarato lo stato di quarantenata, rendono le informazioni di libero accesso».
La replica. «Non ho nulla da nascondere e non ho fatto nulla di illegittimo – commenta il sindaco Cuneo – Il rispetto della legge, visto che provengo da una famiglia di militari, non me lo deve insegnare Marinangeli: lo pratico da quando sono nata. In base alla normativa, gli uffici risponderanno con un diniego alla richiesta di accesso agli atti, perché non è consentito diffondere dati personali del sindaco e di un familiare. Una cosa indegna: non si può invadere la vita privata delle persone. Lui può parlare a livello politico della mia quarantena, perché l’ho resa pubblica, ma non può pretendere di accedere a quei dati. Valuterò se affrontare la questione in consiglio e ho chiesto agli uffici di prepararmi tabulati e documentazione. Ma vedere un consigliere che in un momento tanto delicato si sofferma su cose simili, mi fa tristezza».