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E' uscito il libro “Il fischio del vapore e gli echi delle battaglie”, strade ferrate e Risorgimento lungo la Valle del Tevere
E' uscito “Il fischio del vapore e gli echi delle battaglie” – strade ferrate e Risorgimento lungo la Valle del Tevere (in foto la copertina). Si tratta dell'ultima fatica letteraria del Generale del Genio dell’Esercito Italiano Mario Pietrangeli e l’ingegner Michele Antonilli (Armaganta editore). Racconta l’epilogo dell’epopea di Garibaldi dopo i fatti di Mentana che poi prese il treno da Passo Corese per la Toscana dove fu arrestato a Figline. A 150 anni dai fatti una panoramica sulle ferrovie italiane e il ruolo del treno nelle battaglie dell’epoca.

La storia
Gli anni che vanno dal 1867 al 1870 furono cruciali per il giovane stato italiano. Al termine della III Guerra per l’Indipendenza, la Questione Romana fomentò gli animi di governanti e patrioti e a Mentana (1867) si infransero le speranze di Giuseppe Garibaldi di dare un veloce epilogo alla vicenda. Roma fu italiana tre anni dopo, quando le truppe regolari varcarono la breccia di Porta Pia al termine di una breve campagna militare. I fatti vengono ripercorsi dagli autori a 150 anni di distanza. Il treno fu un protagonista degli eventi nonché fulcro della strategia nella preparazione di gran parte delle battaglie, ma pure figura di merito spesso dimenticata dagli storiografi più illustri. Il libro (disponibile anche su Amazon a 12 euro, è stato realizzato per onorare il anniversario della proclamazione di Roma Capitale (il 3 febbraio 1871 dopo alcuni mesi dalla presa di Porta Pia a Roma da parte dei veloci Bersaglieri del La Marmora il 20 settembre 1860).
Alcuni parti del libro in questione sottolineano la sintonia che ci fu tra il treno, la Sabina e il Risorgimento.
“Nella località sabina, Garibaldi fu accolto amichevolmente dal Colonnello Caravà, in passato suo ufficiale, ora al comando di un reggimento nel piccolo paese di confine. Il 4 novembre 1867 si arresero i prodi di Mentana e Garibaldi, dopo avere sciolto il Corpo dei volontari, dichiarò in un proclama che se la Questione Romana non fosse stata risolta secondo il voto della nazione, lui sarebbe nuovamente intervenuto. Quindi, accompagnato dal deputato Francesco Crispi, salì in un treno speciale da Passo Corese diretto a Firenze. Giunto a Figline, nonostante le sue proteste, fu arrestato e di qui «viaggiando a tutta velocità, fui finalmente depositato all’antico mio domicilio del Varignano, dal quale mi lasciarono poi tornare alla mia Caprera». Al Varignano rimase fino al 26 novembre 1867; poi gli fu concesso di far ritorno a Caprera, dietro sua promessa di non muoversi fino al 1° marzo del 1868. Ma non si mosse più, nemmeno dopo quella data.”
Pillole di storia
“In particolare si evidenzia che Nel 1870 erano in funzione poco più di 6.000 km di linee ferrate e iniziava l'allacciamento con alcune delle reti estere; nel settembre del 1871 il traforo del Cenisio rendeva possibile l'instradamento sul territorio italiano della "Valigia delle Indie" sottraendola all'itinerario di Marsiglia.
Nello Stato Pontificio Roma era collegata con Frascati, Civitavecchia, Terni e Cassino (via Velletri), e modeste stazioni facevano da capolinea di queste linee.
Al 1872 esistevano, in Italia, poco meno di 7.000 km di linee ferroviarie complessivamente, il cui esercizio veniva assicurato da quattro Società principali per un complesso di 6.470 km:
Società per le Strade Ferrate dell'Alta Italia, km 3.006;
Società per le strade ferrate romane, km 1.586;
Società per le Strade Ferrate Meridionali, km 1.327;
Società per le Strade Ferrate Calabro-Sicule, km 551.”
di Samuele Annibaldi