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Salaria: rotatoria senza modifiche e tornano le colonne di auto
Finite le vacanze, si torna a combattere con i vecchi problemi. A partire dalla viabilità. L’incubo delle code e dei disservizi ritorna puntuale per i pendolari che, ogni giorno, viaggiano avanti e indietro per la Capitale, da Rieti e dalla Sabina. A peggiorare le cose, rispetto ai mesi di settembre degli anni passati, quest’anno c’è un elemento in più: l’odiata e contestata rotatoria di Borgo Santa Maria. Un’opera infrastrutturale difficile da comprendere, che ha rispedito nel medioevo della viabilità la provincia di Rieti che, con l’eliminazione del semaforo a Passo Corese, sembrava aver trovato la soluzione per rendere più scorrevole la circolazione, soprattutto nelle ore di punta.

I problemi esistono dallo scorso mese di aprile e, nelle ultime due settimane, la situazione è tornata ad essere insostenibile: code lunghe nelle ore di punta, soprattutto in direzione Roma, con il clou che si è toccato nelle serate di domenica. Sui social sono tornate contestazioni, anche feroci e tutti si domandano quando arriveranno le modifiche annunciate a Il Messaggero dal commissario per la Salaria, Fulvio Soccodato.
Lo scenario. Il pomeriggio di domenica scorsa è stato un vero e proprio incubo per chi, dopo una giornata in Sabina, doveva tornare a Roma. Poco prima delle 18, si registravano oltre 10 chilometri di coda, con una colonna che partiva dalla zona del bivio per Poggio Nativo e terminava proprio alla rotatoria incriminata. Sui gruppi facebook dedicati alla Salaria si sono moltiplicati i commenti e le foto, con riferimenti alle dichiarazioni di Soccodato del 19 giugno scorso. «Mi piace parlare con i fatti», aveva detto il commissario, aggiungendo che sarebbero stati effettuati degli aggiustamenti a breve: dall’ampliamento dell’anello della rotatoria, alla rimozione degli ulivi che limitavano la visibilità.
La morte degli ulivi. Di tutte quelle promesse, ad oggi, è stato dato seguito solo ad una, ma in maniera involontaria: dalla rotatoria sono spariti 3 dei 4 ulivi che erano stati piantati, ma non si è trattato di buona volontà quanto, piuttosto, di incuria. Gli alberi sono morti in rapida successione, passando dal verde al giallo e, per questo, sono stati tagliati e smaltiti nei giorni scorsi, lasciando al centro della rotatoria solo la base dei tronchi. Il quarto albero superstite, quello nel lato sud, ovvero verso Passo Corese, è ancora al suo posto. Al di là di questo, nulla è cambiato durante l’estate, nonostante dopo la denuncia de Il Messaggero la politica locale si fosse mossa e avesse preso posizione. Primo tra tutti era stato il deputato Fabio Melilli, presidente della Commissione Bilancio, che aveva sollecitato un intervento di Soccodato, portando anche il tema sul tavolo del Ministro dei Trasporti. A seguire si erano fatti sentire i sindaci della bassa Sabina e, dopo tanto rumore, era finalmente arrivata la dichiarazione del commissario, che aveva fatto ben sperare.
La speranza. Speranze e promesse sono le uniche cose restate ai pendolari e agli automobilisti, in coda ogni mattina e nelle ore di rientro della domenica. Il tutto mentre si favoleggia di nuove vie di comunicazione, di raddoppio della Salaria e persino di ferrovia: il futuro nelle parole, il medioevo della viabilità, nella realtà.