Fara Sabina come Rieti: la giunta si aumenta gli emolumenti
Fara Sabina segue la scia degli altri Comuni del Reatino e sull'albo pretorio compare la determina con cui, in ottemperanza alla legge 234/2021, vengono aumentate le indennità di sindaco e membri della giunta comunale. Da tabella, trattandosi di un Comune di 14.105 abitanti, i compensi aumenteranno del 30%, da 2.789 a 4.140 euro per il sindaco, da 1.534 a 2.277 per il vicesindaco, da 1.255 a 1.863 per gli assessori. Le indennità si dimezzano se l'amministratore è lavoratore dipendente, come la prima cittadina Roberta Cuneo (nella foto con la giunta) che, da insegnante che esercita, attualmente guadagna circa mille euro netti al mese e - anticipa - «l'aumento sarà di circa 150 euro al mese».

Come avvenuto a Rieti, però, la notizia degli aumenti a sindaco e assessori è destinata a far discutere. La decisione a Fara, Comune in predissesto, arriva in concomitanza con i controlli della Corte dei conti sul piano di riequilibrio. Sebbene legittimo, l'aumento delle indennità è discrezionale.
Sindaco Cuneo, perché avete scelto di attuarlo?
«Perché questa disposizione è il frutto di una battaglia portata avanti dall'Anci e di vari esponenti politici per riconoscere anche a livello economico le responsabilità che si assumono sindaci e amministratori locali, che a oggi hanno le indennità più basse di altre cariche politiche con molti meno oneri. Il fatto che lo Stato abbia riconosciuto il lavoro che svolgiamo sui territori, in prima linea, credo sia corretto. Poi se vogliamo fare un discorso populistico, va bene, ma deve valere a tutti i livelli e per tutti gli Enti».
Come giustificherete la decisione ai cittadini che stanno vivendo la crisi economica più dura di sempre?
«Il cittadino può anche non condividere tale scelta, lo posso comprendere. La difficoltà è tanta per tutti, e capisco che le persone abbiano altre priorità oggi. Perciò la nostra giunta, a differenza di quanto hanno fatto altri Comuni come Rieti e Cittaducale, ha scelto di non attuare l'aumento al 100% dal 2022, attingendo ai fondi di bilancio, ma di completarlo nel 2024, con tranches graduali, per non intaccare le risorse finanziarie che vanno utilizzate per erogare servizi al cittadino».
Per i primi anni è previsto un contributo statale che garantisce la copertura degli aumenti, ma tra tre anni la spesa potrebbe ricadere interamente sulle casse comunali. Alla luce dell'analisi del piano di riequilibrio in corso della Corte dei conti e della possibilità che il Comune sia dichiarato in dissesto, non è una scelta rischiosa?
«Noi utilizzeremo solo i soldi che arrivano dallo Stato, senza pesare sulle casse comunali e quindi senza sottoporre ad alcun rischio il nostro Comune. I fondi che arrivano dallo Stato sono destinati esclusivamente all'aumento e in caso di rinuncia vengono rimandati indietro, senza poter essere usati per fare altro. Nella legge di bilancio è previsto che tali contributi vengano erogati anche dopo il 2024, ma se tra tre anni il Governo dovesse decidere di non sovvenzionare più gli aumenti, a quel punto la giunta potrà rideterminare le indennità, riabbassandole e coprendole con i fondi di bilancio come accade da sempre».
di Raffaella Di Claudio